DéS

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Presentazione

Il nostro bagaglio culturale si sta impoverendo della preziosa eredità che la storia così faticosamente ci ha lasciato.
Non bisognerebbe mai perdere il ricordo di avvenimenti che hanno pesantemente modificato e plasmato la vita della città in cui viviamo.

Così nasce Dés, mescolando l’italiano al dialetto e la musica alla prosa per far rivivere un avvenimento così importante come le Dieci Giornate di Brescia, attraverso la voce dei popolani che parteciparono alla rivolta.

Ogni giorno di insurrezione è raccontato da un gruppo di attori che si alternano nel ruolo del narratore ma soprattutto interpretano i vari personaggi, i veri protagonisti della Storia, quegli eroi improvvisati che per istinto compiono imprese che non avrebbero mai pensato di affrontare: ecco che un macellaio salva dal linciaggio una delegazione nemica; un portalettere coinvolto dall'entusiasmo della rivolta abbandona ogni dubbio e va in prima fila a combattere, ecc.. ecc..

Infine, chiude lo spettacolo una donna che prega il Signore di benedire un colonnello austriaco che davanti alla porta della chiesa impedisce ai suoi soldati di entrare a saccheggiarla.

Soggetto Testo e Musiche: Valter Martin  

Regia e Direzione musicale: Simona Nolli

Coreografie: Alice Luterotti

Interpreti: Gruppo Over Areazione

Lo spettacolo è cantato interamente dal vivo, anche nelle parti corali.

1° Giorno - El cürat de Serle

Narratori: Simona Borra - Barbara Francini

Voci del popolo: Andrea Gandaglia - Beppe Luterotti - Sandra Baresi - Vanessa Frosio

Solisti: Beppe Luterotti - Vanessa Frosio - Mauro Tarletti - Alessandra Apostoli

Traduzione - Il curato di Serle

Noi macellai siamo quelli più cattivi
Di tutti, quelli più stufi e arrabbiati
E siamo stati i primi a fermare il carretto
Che portava da mangiare in Castello

Avete ragione, i soldati tedeschi
Che dal Castello comandano la città
Devono capirla adesso
Che dai bresciani devono scappare

Io sono stato il primo che appena ha visto
Questi due che venivano a pretendere
La tassa che dobbiamo versare
Per pagarci la nostra libertà

Mi è saltata la mosca al naso
E di pagare mi sono rifiutato

Ma noi non siamo delle bestie
Siamo gente di galantuomini d’onore
E una guerra fatta troppo di fretta
non porta la vittoria di sicuro


Faremo come i soldati d’Italia
Che dal Piemonte stanno arrivando
Insegneremo la civiltà anche all’Austria
E a tutto il suo esercito di ruffiani


Questi due prigionieri so io dove portarli
Al nostro comandante sui Ronchi
Il curato di Serle saprà cosa farne
E li prenderà a bastonate

Tenete le mani in caldo per menarle sul serio
Sulle schiene di chi ci comanda
Non vale neanche la pena sporcarci le mani
E trapassarli da parte a parte

Oggi la mia baionetta non conoscerà
Dei tedeschi la carne e il sangue

Ma noi non siamo delle bestie
Siamo gente di galantuomini d’onore
E una guerra fatta troppo di fretta
non porta la vittoria di sicuro

Faremo come i soldati d’Italia
Che dal Piemonte stanno arrivando
Insegneremo la civiltà anche all’Austria
E a tutto il suo esercito di ruffiani

2° Giorno - La lètera

Narratori: Alessandra Apostoli

Voci del Popolo: Mauro Tarletti - Enrico Sigurtà - Sandra Baresi

Solisti: Paolo Menegato - Barbara Francini - Mariarosa Sagonti

Traduzione - La lettera

Spara al tedesco
Spara al croato
Sparagli in fronte
O al suo cuore bruciato


Questa mattina con una lettera in mano
Dove c’era scritto che nella battaglia di Mortara
L’esercito sconfitto era quello piemontese
E di consegnarla non avevo cuore

Pensavo che la gente nel sentire che
i loro alleati erano stati già sconfitti
Avrebbero fermato la rivoluzione
Ma non avevano certo ragione

Spara al tedesco
Spara al croato
Sparagli in fronte
O al suo cuore bruciato


Questa mattina guardavo quelli del Comitato
Con l’insurrezione stampata negli occhi
Pronti a combattere per la libertà
Non volevo fare il mio mestiere

Era troppo bello, sembrava una gran festa
Volevo che i giovanotti non abbassassero la cresta

ma alla fine la lettera ho dovuto consegnare
e adesso sono sui tetti a sparare

Spara al tedesco
Spara al croato
Sparagli in fronte
O al suo cuore bruciato


Questa mattina nel leggere le notizie
I rivoluzionari non hanno fatto neanche una piega
Ridevano perfino, a nessuno importava
Forse fingevano di non credere

Poi uno mi si avvicina e mi sorride
Mi dà un fucile da caccia e mi dice tutto allegro

“Vieni con noi alla festa
a sparare per la libera scelta!”

e adesso sparo al tedesco
Sparo al croato
Prendo la mira
Per non mancarlo
Perché questa mattina
Ho imparato
Che col cuore
Puoi fare di tutto

3° Giorno - I montagnì

Voci del popolo: Mariarosa Sagonti - Enrico Sigurtà

Solisti: Mauro Tarletti

Traduzione - I montanari

Guarda arrivano i montanari
Che vengono a darci una mano
Hanno visi scuri e cattivi
e uno ha una roncola in mano

Qualcuno tiene i mano un tricolore
Era un po’ che non lo vedevo in città
Digrignano i denti al Castello
C’è la guerra e la guerra faranno

E’ dura la vita sui monti
E questa gente la prova tutti i giorni
Sono duri, violenti e musoni
Ed è meglio incontrarli solo di giorno

Hanno gambe piccole di capra
Un cespuglio di calli sulla mano
Due occhi stretti di poiana
E vestiti pesanti sia inverno che d’estate

Le voci della nostra battaglia
Il vento in montagna ha portato
E loro più dritti di una cordicella
Sono scesi in città senza fiatare

Chissà cosa avranno da insegnare
A usare coltelli, fucili o a picchiare
Di sicuro sono abituati a sgobbare
E a non lasciare mai un lavoro a metà

Il Comitato di Difesa va loro incontro
E dice che il generale Nugent è fuori dalla porta
E per la prima volta li vedo ridere
E dicono “Che venga pure qua, la morte troverà”

Oggi sono arrivano i montanari
Sono scesi in città a darci una mano
Hanno visi scuri e cattivi
Qui c’è la guerra e la guerra faranno

4° Giorno - Möre contèt

Narratori: Silvia Talia - Mariarosa Sagonti

Solisti: Paolo Menegato - Vanessa Frosio

Traduzione - Muoio contento

Muoio contento
Perché il mio nome
Sarà sempre
Scritto per primo
Su questa barricata
Lascio il mio segno
Oggi muoio contento


Era mezzogiorno ma non c’era il sole
Da tutta mattina c’era un gran nebbione
Ci sparavano da tutte le parti
Ma non avevano ancora ucciso nessuno

Una delegazione di nostri cittadini
Con una bandiera bianca legata al fucile
Erano andati ad ascoltare gli austriaci
La nostra resa volevano, i beccafichi!

Ma tornati in piazza i nostri delegati
A tutta la gente a voce hanno domandato
“Volete consegnare ai tedeschi la nostra città?”
e invece “Guerra!” Tutti hanno gridato!

Muoio contento
Perché il mio nome
Sarà sempre
Scritto per primo
Su questa barricata
Lascio il mio segno
Oggi muoio contento


Ho preso il tavolo, le sedie e anche il sofà
E ho ammucchiato tutto in mezzo alla strada
La gente cantava vicino alla bandiera
Che sventolava sopra la barricata

Poi qualcuno mi dice “Sono arrivati i fucili!”
Gli sono corso incontro per trovarne uno
Mi sono arrampicato sulla barricata
E ho cominciato a sparare a tutta birra

Mi ricordo che una palla mi ha centrato
E tutta la gente a voce ha gridato
“Vai all’ospedale o morirai”
“Matti!” ho detto, “Io muoio contento”

Muoio contento
Perché il mio nome
Sarà sempre
Scritto per primo
Su questa barricata
Lascio il mio segno
Oggi muoio contento


Muoio contento
Perché ho combattuto
Alla bresciana
Senza paura di nessuno
E nella lista da qui all’infinito
Il mio nome sarà sempre il primo

5° Giorno - Suna la campana

Voci del popolo: Tutti 

Solisti: Alessandra Apostoli - Simona borra - Carolina Marchina

Traduzione - Suona la campana

Dal punto più alto di tutta la chiesa
Dal posto più vicino al Signore e alla Madonna
Voglio svegliare tutti in provincia e in città
Che devono sentirmi da Venezia a Milano
e’ il cielo che li chiama, e usa le mie mani
e’ il cielo che mi dice di suonare

e allora suona suona la campana
la Loggia chiama
Suona suona la campana
Da sopra questa chiesa
E di suonarla non smetterò mai
Anche se qui sopra sono un gran bel bersaglio
Anche separano e borbottano i cannoni
Sputo addosso a quei brutti vermi

Hai ragione, mi hanno sparato
Quei maledetti al fianco mi hanno centrato
Ma questo sangue sgorga per una ragione
Ma quello dei miei figli quello di tutti e due
Loro l’hanno bevuto senza avere neppure sete
E adesso il conto lo devono pagare all’oste

E allora suona suona la campana
Che Brescia è in festa
Suona suona la campana
C’è la guerra santa
Tagliatemi le mani, le gambe e anche la testa
Ma questa corda la tiro col cuore
Perché la campana suonerà
Per i morti e per chi resterà

Suona suona la campana
Il Paradiso chiama
Suona suona la campana
Quello è un volo di poiana
Mi sembra già di guardarmi da quassù
Attaccata alla corda della mia rovina
Contenta perché avrò conquistato
Il Paradiso e l’esercito tedesco

6° Giorno - 28 mars 1849

Narratori: Paolo Menegato - Barbara Francini

Voci del popolo: Carolina Marchina - Stefania Bonetti - Mauro Tarletti

Solisti: Stefania Bonetti - Beppe Luterotti

Traduzione - 28 marzo 1849

Caro Tonino
Noi ce la caviamo
Di restare vivi
Noi cerchiamo
Diamo una mano
Teniamo acceso
Il lume per tutta la notte

Quei delinquenti
Degli austriaci
Aspettano il buio
Per attaccare
Ecco perché
Il Comitato
Di accendere tutto ha ordinato

Questa mattina
I matti dello Speri
Sono andati all’attacco
Alla bresciana
Ma Nugent per primo
Era là ad aspettarli
Sono tornati in tre perfino

Sono siamo tutti degli eroi
Facciamo del nostro meglio
Il coraggio è dentro
Nascosto da brattee

E’ la paura che dà
Il coraggio di reagire
Chiama e sta sicuro
Noi risponderemo

Caro Tonino
Ha fatto bene
Dall’esercito tedesco
Hai disertato
Meglio morire
Piuttosto di uccidere
I tuoi fratelli con un’altra bandiera in mano

Ma anche tu
Che stai a Torino
Puoi fare
Bene la tua parte
Dì all’esercito
Del nostro re
Di correre qui che abbiamo bisogno

Io e la tua mamma
Ormai siamo vecchi
E abbiamo paura
Appena per te
E l’oppressione
Finirà
E potrai finalmente tornare

Sono siamo tutti degli eroi
Facciamo del nostro meglio
Il coraggio è dentro
Nascosto da brattee

E’ la paura che dà
Il coraggio di reagire
Chiama e sta sicuro
Noi risponderemo

7° Giorno - Bandiera Bianca

Narratori: Vanessa Frosio - Beppe Luterotti - Carolina Marchina 

Voci del popolo: Corale con body percussion

Solisti: Andrea Gandaglia

Traduzione - Bandiera bianca

Sì, signor dottore ci vado io
Non ho paura sono sincero

Il generale ha esagerato
Perfino a sparare sui suoi soldati

Ricoverati in questo ospedale
Tutti insieme siamo tutti cristiani

Malati e feriti non hanno bandiera
Vanno rispettati in ogni maniera

Sì, signor dottore ci vado io a dirne quattro
Deve ascoltarmi non siamo dei pollastri

Bandiera bianca su di un manico di scopa
Come una stella cometa


Non spararmi addosso non sono armato
Voglio parlare col comandante

Non spingermi così non sono tuo fratello
Parla italiano non sono austriaco

Mi sembra che tu non abbia capito
Io non sto cedendo di sicuro

State sparando in testa
Dei vostri soldati brutti allocchi

Ma non mi stai ascoltando
Non sono un prigioniero non te lo dico più

Bandiera bianca su di un manico di scopa
Ti picchierei sulla testa


Io ho provato lo hai visto anche tu
Invece di parlarmi mi hanno sparato

Adesso prendi il fucile fammi un piacere
Sparagli anche tu

La prossima volta che mi vedrai
Sol nemico cercare di parlare

Spingimi la spada in fondo al costato
Che preferisco restarci secco

Di morire oggi io sono sicuro
Con la rabbia nel cuore non si salverà nessuno

Bandiera bianca su di un manico di scopa
Brucia tu e la tua coda

8° Giorno - La fiöla de l’aocat

Narratore: Enrico Sigurtà

Solisti: Alessandra Apostoli

Traduzione - La figlia dell’avvocato

A chi domanderà
Come mai sono qui a sudare
Invece di stare tranquilla a casa
Gli dirò: “E’ meglio correre,
Che fermarsi”

Stavo bene in famiglia
Nessuno mi ha mai disturbato
Perché mio padre è altolocato
È l’avvocato della nobiltà

Io non capisco come faccia
A non vedere cosa facciano gli austriaci
Voleva portarmi via con lui
E portarmi lontano dalla rivoluzione

… ma sono restata

A chi domanderà
Chi mi paga per restare
Invece di stare in campagna o al mare
Gli dirò: “E’ meglio correre
Che fermarsi”

Io so cos’è la libertà,
Che fatica riconquistarla!
E l’ho letta sugli occhi di questa gente
Che spingeva per venire fuori

Io so cos’è la disperazione
L’ho vista sulla faccia delle mamme
Graffiare loro il cuore con le sue unghie
Consumarle e farle sanguinare

… e sono rimasta

a chi domanderà
cosa sono restata a fare
chi ha i soldi nessuno li disturberà
Gli dirò: “E’ meglio correre
Che fermarsi”

Non è una questione politica
Non lo faccio per l’etica
Ma neanche un cane è stato trattato
Come questa povera gente

A chi domanderà
Come mai sono qui a sudare
Invece di stare tranquilla a casa
Gli dirò: “E’ meglio correre,
Che fermarsi”

9° Giorno - Caro Pàol

Narratori: Mauro Tarletti - Stefania Bonetti - Andrea Gandaglia

Solisti: Beppe Luterotti - Paolo Menegato - Mauro Tarletti

Traduzione - Caro Paolo

Caro Paolo
La situazione
È che sembriamo tutti delle mosche

L’esercito straniero
È dappertutto
E gioca come il gatto col topo

Da Sant’Eufemia
A Porta San Giovanni
Sono pronti per farci la festa

La jena Haynau
Non ha compassione
Sono sicuro, non si salverà nessuno

Ma se mi guardo sopra le spalle
Dritto negli occhi dei miei concittadini
Non vedo paura, nessun vigliacco
Anche se qui la vita vale cinque centesimi


Spero per te
Che tu stia bene
Che la mia voce sarai

Racconta di me
E di questi giorni
A tutto il mondo se potrai

Domando scusa
Ai miei parenti
Se muoio invece di star loro vicino

E’ colpa mia
Ma cosa devo dirti
La mia coscienza ha deciso

Ma se mi guardo sopra le spalle
Dritto negli occhi dei miei concittadini
Non vedo paura, nessun vigliacco
Anche se qui la vita vale cinque centesimi


Se guardo indietro
E mi domando
Se io, lo rifarei di nuovo

Credo di sì
O invece no
Di certo non sarei stato zitto

Certo, per chi
Ha provato
A bere al calice della libertà

E’ dura insegnargli
A usare le mani
Come prima mai tornerà

Ma se mi guardo sopra le spalle
Dritto negli occhi dei miei concittadini
Non vedo paura, nessun vigliacco
Anche se qui la vita vale cinque centesimi

10° Giorno - Preghiera

Voce del popolo: Sandra Baresi 

Solista: Carolina Marchina

Traduzione - Preghiera

Padre nostro
Che stai nel cielo
Perdona tutto quello che ho visto
Ti dono i miei occhi
Il mio sangue, il mio cuore
Ma lasciami in pace fino alla morte


Qui inginocchiata
Prego sant’Afra
Che benedica quel colonnello
Fuori di guardia
Da questa chiesa
A proteggerci dai suoi soldati

In questi giorni
Gli austriaci
Hanno violentato e ammazzato
Donne e bambini
Vecchi e preti
Come di cani rabbiosi

Ci siamo arresi
E non è bastato
A spegnere la fiamma di rabbia
E adesso sulle strade
Rosse di sangue
Non c’è un filo di pietà


L’unico col cuore
Ancora al suo posto
È il colonnello Jelachich
Che si vergogna
Di quelle azioni
E domanda scusa al Signore

Lui come me
È stufo di guardare
La gente che gli muore davanti
Nessuna guerra
È giusta da fare
Nessuno mai la vincerà

Padre nostro
Che stai nel cielo
Perdona tutto quello che ho visto
Ti dono i miei occhi
Il mio sangue, il mio cuore
Ma lasciaci in pace fino alla morte


Amen

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